Napoli: miglior (docu)film straniero (II parte)

Il corpo centrale del documentario di Turturro è ambientato in pieno centro storico. Napoli, a differenza di altre importanti città italiane, non presenta un gran numero di piazze monumentali prima dell’epoca borbonica. Inoltre, mancando il palazzo comunale, fino “all’Ottocento” non ha mai avuto una piazza principale che la rappresentasse. Napoli, fra le poche città che ha conservato l’antico reticolo per strigas d’impianto greco, con le plateai e stenopoi, poi decumani e cardini in età romana, si lascia attraversare dal regista italoamericano con semplici inquadrature basse che di tanto in tanto, rivelatrici, si innalzano per catturare i raggi del sole che si infrangono sulle facciate dei palazzi monumentali, nei meandri dei vicoli di Forcella e della Sanità. Attratto dai suoni della Napoli popolare, le immagini di Passione raggiungono “La chiesa dei Santi Cosma e Damiano ai Banchi Nuovi”, nel cuore della città. La chiesa, che oggi versa in assoluto degrado, sorge dove prima esisteva la loggia dei Banchi Nuovi, centro nevralgico dove un tempo erano ubicate la maggior parte delle postazioni comunali dei bottegai residenti nelle casupole disseminate lungo i decumani. La facciata dell’edificio, fondato nel 1616, utilizza l’impianto preesistente e quindi, ancora oggi, nei tompagni laterali si aprono due botteghe. Largo Banchi nuovi, di recente, è stato il set principale dello spot della CocaCola: vera e propria profanazione! Da menzionare l’altare settecentesco, sul quale è posta una tela del Donzelli e una della scuola di Luca Giordano. A questo punto, utilizzando una perfetta sconosciuta in stivali bianchi country e le parole di una delle pietre miliari della canzone napoletana, “I’ te vurria vasà”, Turturro ci porta in Piazza San Domenico, una delle piazze più importanti di Napoli, ubicata lungo il decumano inferiore. L’amore infelice dell’autore Vincenzo Russo per Enrichetta Marchese, il poeta spiantato che perde la testa per la figlia del ricco commerciante che, manco a dirlo ne osteggia l’unione è la buona sintesi della canzone più ascoltata al mondo dopo ‘O Sole mio; a musicare le due indimenticabili canzoni il mai troppo compianto Eduardo Di Capua. La leggenda vuole che lo sfortunato compositore, accanito giocatore, abbia composto la musica dei versi dell’amico Russo nella notte fra l’1 ed il 2 gennaio 1900, dopo aver perso una grossa somma di denaro. Oggi la piazza è unicamente a transito pedonale, ma quando Pasquale Squitieri, noto esponente del cinema italiano, gira la scena finale del film “Naso di Cane” le macchine in transito coprono parte della sagoma del killer Ciro Mele; l’uomo, al termine della sua sanguinosa fuga, viene abbattuto proprio lì, ai piedi dell’obelisco di San Domenico; esso, progettato da Francesco Antonio Picchiatti e voluto dal popolo come ringraziamento per essere scampati alla peste, custodisce nel basamento il simbolo della città: la sirena Partenope. È uno dei luoghi più significativi della città, Piazza San Domenico, storicamente il limite orientale delle mura greche di Neapolis. La piazza, voluta da Alfonso I di Napoli è l’inizio di un magnifico pomeriggio a Napoli. Dopo aver ammirato la facciata in stile orientale della chiesa basilicale di San Domenico Maggiore, la preoccupante vicinanza della Cappella Sansevero, obbliga l’uomo sano di mente a pagare un biglietto ed entrare nel luogo più controverso di Napoli, perdere la testa un paio d’ore, uscire e raggiungere lo slargo contornato da palazzi monumentali senza pensare a quello che si è appena visto. La piazza è circondata da imponenti edifici nobiliari: Palazzo Petrucci, Palazzo Saluzzo di Corigliano e Palazzo di Sangro di Casacalenda. Poco più in là: chiesa di Sant’Angelo a Nilo, presso l’omonima piazza, palazzo Carafa della Spina e, palazzo di Sangro, proprietà della di famiglia dei principi di Sansevero. La piazza è attraversata da due importanti vie della città: Spaccanapoli (est-ovest) e via Mezzocannone (sud-nord). Prima di recarsi alle vicine piazzetta Nilo e piazza del Gesù Nuovo, una bella sfogliatella da Scaturchio, celebre pasticceria napoletana ubicata proprio in Piazza San Domenico maggiore.

continua..

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Autore: Bardamù

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