Gli argenti della Casa del Menandro

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Argenti casa del menandro

 

Un vero e proprio tesoro! Sono gli argenti rinvenuti nella Casa del Menandro a Pompei il 5 dicembre 1930 in un ambiente sotterraneo, 118 oggetti comprendenti coppe, tazze, bicchieri e brocche per bere (argentum potorium), piatti e vassoi per mangiare (argentum escarium), cucchiai, mestoli, pepiere ed altri oggetti, due specchi (argentum balneare).

Il servizio, dal peso complessivo di circa 24 chilogrammi, era custodito sul fondo di una cassa di legno avvolto in pezze di lana e tele e nella parte superiore erano stati riposti i gioielli di famiglia e un gruzzolo di monete d’oro e d’argento.

Casa argenteria casa del menandroAlcune delle coppe per bere, tutte realizzate in coppia tranne un bicchiere con raffigurazione di uccelli, documentano la migliore produzione orafa della tarda età repubblicana e della prima età imperiale.

Gli oggetti sono decorati a sbalzo con motivi decorativi diversi: due coppe con scene paesaggistiche, due con la rappresentazione delle 12 fatiche di Ercole, due con scene del mito dionisiaco, due con la corsa di bighe e due con rami di ulivo.

Argenteria casa del menandroInoltre troviamo i bicchieri in lamina d’argento sottile, le brocchette a bocca trilobata, un’anforetta, gli attingitoi con un lungo manico orizzontale, piccoli mestoli e il provino da vino.

Il vasellame per mangiare è composta da un set di quattro esemplari per ogni forma: piatti, piattelli, coppe e coppette, sostegni, portauova ed il grande piatto che serviva per portare il cibo in tavola. Un vassoio portavivande completa il servizio con una grande coppa con un emblema aureo al centro che si suppone venisse esposta sulla tavola.

Recipienti modellati utilizzati per contenere acqua per attingere le mani durante il banchetto si presentano riccamente decorati sul retro con un personaggio giovanile rappresentato di profilo e l’altro circolare con un anello di sospensione nella parte posteriore.

Casa del menandro pianta

L’intero servizio è attualmente conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

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